C’eravamo tanto amati

“C’eravamo tanto amati” è il titolo di un film del 1974, diretto da Ettore Scola e interpretato da Vittorio Gassman, Nino Manfredi e Stefania Sandrelli.

Anche l’idillio amoroso tra la Svizzera e l’Unione Europea è giunto al capolinea? Diciamo che c’è stata una battuta di arresto il 26 maggio 2021 quando il Consiglio federale ha comunicato all’Unione Europea che, a causa di divergenze sostanziali in alcuni settori chiave, non avrebbe concluso l’accordo istituzionale.

La mancata sottoscrizione del menzionato accordo ha avuto degli effetti negativi per la Svizzera, come l’esclusione dai programmi Horizon Europe ed Erasmus+ e siamo pure stati considerati Stato terzo per i dispositivi medici dal 2021 e per quelli medico-diagnostici in vitro dal 2022. La stessa cosa succederà a breve per i macchinari industriali.

Occorre chiedersi: ma per quanto tempo la Svizzera vuole andare avanti così? Qual è la soglia del dolore? Il Consiglio federale dovrebbe avere il coraggio di prendere in mano il dossier Europa dal punto di vista politico e affrontarlo di petto e far capire agli Stati dell’UE che la Svizzera è un Paese amico.

Lo abbiamo dimostrato in più modi: siamo sempre stati un partner commerciale e politico affidabile e da anni abbiamo in gran parte dato seguito alle sanzioni economiche imposte dall’Unione Europea. In particolare, penso a quelle adottate nei confronti della Russia.

Inutile continuare i colloqui esplorativi tra diplomatici che si perdono a discutere di cavilli tecnici e giuridici. Soprattutto ora che sappiamo che le relazioni tra Berna e Bruxelles, stando alla nuova presidenza spagnola del Consiglio dell’Unione Europea, non sono più sull’agenda comunitaria, ci vuole una chiara spinta politica.

Se non vogliamo che la relazione d’amore tra la Svizzera e l’Unione Europea si concluda, se non vogliamo che il nostro Paese rimanga isolato dal resto del continente europeo, se non vogliamo perdere il nostro benessere e la nostra attrattività, il Consiglio federale deve dimostrare di avere fegato e parlare chiaro, da politici a politici, con gli interlocutori europei al fine di condividere la volontà di risolvere in tempi rapidi la pericolosa situazione di stallo in cui ci troviamo.